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DIALOGHI SU INNOVAZIONE, TECNOLOGIA E LAVORO

DIALOGHI SU INNOVAZIONE, TECNOLOGIA E LAVORO

DIALOGHI SU INNOVAZIONE, TECNOLOGIA E LAVORO
dal 3 al 26 Novembre 2021

3 novembre 2021

Professionalità, occupazione e tecnologia 

L’impatto impresso dalle trasformazioni tecnologiche al sistema produttivo investe sempre più da vicino le caratteristiche del lavoro umano, le capacità e le competenze richieste e necessarie all’esercizio delle attività, la declinazione e valorizzazione dei ruoli professionali, le modalità di interazione del lavoratore con strumenti e sistemi produttivi e con altri lavoratori, la centralità dell’accumulo, sviluppo e spendibilità delle competenze. La tutela della professionalità si deve realizzare con modalità e forme nuove, tanto nel rapporto di lavoro e nelle relazioni collettive, quanto nel mercato del lavoro dove rappresenta un presidio fondamentale dell’occupabilità delle persone soprattutto in un contesto di accentuata transizionalità lavorativa. La tecnologia, da un lato, costituisce un vettore determinate di questi processi di trasformazione che debbono essere adeguatamente governati dal legislatore e dalle relazioni industriali; dall’altro lato l‘innovazione tecnologica e la digitalizzazione possono offrire strumenti nuovi e formidabili per concretizzare e accrescere i diritti dei lavoratori e conquistare nuove tutele a partire dall’implementazione del fascicolo elettronico del lavoro e della dorsale informativa unitaria delle politiche del lavoro. Nell’ambito del rapporto di lavoro la professionalità del lavoratore necessita di essere tutelata, descritta e misurata diversamente dal passato, anche attraverso la revisione degli inquadramenti e delle classificazioni professionali dei contratti collettivi. Emblematica a tal riguardo è la revisione degli inquadramenti nell’ultimo rinnovo del CCNL dei metalmeccanici che ha segnato il passaggio da vecchi a nuovi criteri di classificazione e di sviluppo della professionalità dei lavoratori fino ad incidere sulla delimitazione stessa dell’oggetto dell’obbligazione lavorativa. In tale contesto la formazione e l’apprendimento continuo costituiscono ormai parte integrante delle tutele lavoristiche. La messa in trasparenza delle competenze rappresenta un diritto soggettivo che appare ineludibilmente legato alla predisposizione di infrastrutture (normative, tecnologiche, lessicali, amministrative) in grado di trasformare gli apprendimenti in patrimonio professionale, valorizzandolo al meglio nell’ambito della relazione contrattuale di lavoro e nel passaggio tra impieghi, in un sistema dove dovrebbero dialogare meglio e di più mondi fino ad oggi separati: gli operatori economici, le parti sociali, il sistema della formazione professionale, i servizi pubblici e privati per il lavoro.


12 novembre 2021

Data Analytics, intelligenza artificiale e lavoro 

Norme, mercato e infrastrutture sono le forze che determinano il futuro. Il piano Next Generation EU ci insegna il modo mediante cui norme, mercato e infrastrutture possono determinare anche il futuro del lavoro. La nozione di infrastrutture comprende la tecnologia in senso ampio, oltre alla biologia, alla geografia e altre discipline tecnico-scientifiche, tenendo in considerazione che ciò che è natura e ciò che noi assumiamo essere tecnologia sono forme di infrastruttura che limitano le azioni umane o, per alcuni versi, orientano i comportamenti verso alcune azioni e non altre. Nei sistemi digitali, non solo in quelli più evoluti, è l’infrastruttura che regola comportamenti e azioni degli utenti, facendo leva sui tanti dati a disposizione (Big Data). Tale infrastruttura è uno specchio della comunità scientifica di riferimento (sviluppatori, tecnici, etc.) e dell’insieme dei soggetti per cui essa è pensata e con cui si interagisce. La comunità scientifica e i soggetti che con essa interagiscono si muovono e agiscono in base ai modelli di analisi di quei dati. Viene a crearsi una specie di osmosi tra dati, comunità umana e tecnologia riferita ai valori da assorbire, e poi ai fini, ai mezzi e alle regole che quella tecnologia segue o si obbliga a seguire. In questa prospettiva, il seminario intende presentare un’analisi della regolazione, nazionale e europea, che attiene, da una parte, al rapporto tra analisi/interpretazione di quei dati (Data Analytics) e lavoro, e, dall’altra, ai riflessi della relazione tra piattaforme digitali, dati e lavoro. Le relazioni verteranno anche sull’interoperabilità tra piattaforme, sull’applicabilità di smart contracts nell’ambito delle politiche del lavoro e sulla relazione tra dati e blockchain. Si tratteranno i temi correlati a identità digitale, STO, privacy, security tokens riferiti al lavoro e alla sicurezza sociale.


19 novembre 2021

Integrazione produttiva, contratti e sistemi digitali 

La rivoluzione tecnologica e digitale e la globalizzazione dei mercati hanno impresso un’ulteriore accelerazione ai processi di cambiamento già in atto nelle economie nazionali e nell’economia globale, favorendo la nascita di attività nuove, la frammentazione dei cicli produttivi, la dislocazione della produzione su scala globale, l’aggregazione e gli accordi di collaborazione stabile tra imprese per fronteggiare le sfide connesse alla competizione globale. Le trasformazioni in atto fanno prevedere ulteriori profondi rivolgimenti che saranno indotti nei prossimi anni dalla necessità di muoversi sulla strada della transizione energetica e ecologica. I cambiamenti e le trasformazioni evocate sollecitano a riflettere sulle trasformazioni del lavoro, sui cambiamenti che devono essere impressi agli strumenti di protezione del lavoro per assicurarne l’effettività, sul ruolo che le parti sociali sono chiamate ad assumere nel futuro per governare gli effetti di tali trasformazioni sui lavoratori e sulle condizioni di lavoro tanto a livello nazionale, come a livello europeo e globale. Nel quadro evocato, le relazioni approfondiranno le trasformazioni del lavoro in atto nei contesti dell’integrazione produttiva tra imprese in particolare indotti dalla implementazione dei sistemi digitali, tanto nei settori della produzione industriale quanto nell’agricoltura, sia a livello nazionale sia a livello globale. Saranno esaminate le implicazioni sulla tutela del lavoro, sia nella dimensione individuale che in quella collettiva, della disarticolazione dell’attività produttiva tra imprese diverse, spesso realizzata attraverso la dislocazione della produzione in paesi nei quali minori sono i costi e le tutele per il lavoro. Saranno, però, esaminate anche le implicazioni e le potenzialità per la crescita delle imprese e dell’occupazione dei fenomeni di aggregazione imprenditoriale funzionali al superamento dei limiti connessi al nanismo imprenditoriale.


26 novembre 2021

Lavoro, tempi e luoghi digitali 

Il riconoscimento di un potere unilaterale di modifica del luogo e dei tempi della prestazione da parte del datore di lavoro trova fondamento nel suo potere organizzativo come rimesso alla libertà di iniziativa economica privata di cui all’ art. 41 Cost., in modo che alle decisioni di investimento corrisponda il potere di disegnare i luoghi e i tempi di lavoro. L’ampiezza del fenomeno del lavoro da remoto si coglie a partire dal dato che il luogo di lavoro nei rapporti di lavoro subordinato è modificabile per decisione unilaterale del datore di lavoro senza altro limite che le “comprovate ragioni tecniche, organizzative, produttive” previste dall’art. 2103 c.c. È, però, un potere da intendersi limitato agli spostamenti decisi all’interno dei luoghi aziendali “fisici” (sede, stabilimento, unità produttiva di cui all’art. 35 dello Statuto dei lavoratori), non arrivando a permettere il potere unilaterale di variazione della modalità di lavoro da quella in presenza a quella digitale. Anche l’articolazione dei tempi di lavoro, realizzata mediante contrattazione collettiva, è normalmente strutturata in relazione a luoghi dotati di una certa fisicità, non certamente rispetto a luoghi digitali. Il seminario è volto a rilevare l’impatto delle trasformazioni digitali sulle nozioni di “luogo” e “tempi” di lavoro, sulle relative forme di regolazione, sull’esercizio dei diritti sindacali, sulle prassi aziendali e sullo sviluppo della contrattazione collettiva, anche in fase post-pandemica.

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